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Ethos europeo ed eutanasia. Un’analisi comparata tra Italia e Turchia

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notizie di

POLITEIA

RIVISTA DI ETIC'A E SC'ELTE PUBBLICHE

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POLITEIA - Via Cosimo Del Fante, 13 - 20122 MILANO (ITALY) (e-mail: politeia@fildir.unimi.it)

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The paper should conclude with a complete bibliography of the works cited. Notes should be consecutively numbered and collected at the end. after the main text and before the bibliography. References should be to author. year and page numbers (preferably in the endnotes than directly in the text).

Examples of endnotes:

1 Luper-Foy and brown, 1994, pp. 5-6.

2 Friedman (1990, pp. 56) distinguishes between to different kinds of authority (c.f.

Jones, 1982; Smith, 1990, pp. 152-7).

Examples of bibliographic references:

Friedman, R.B. (1990), "On the Concept of Authority in Political Philosophy", in J. Raz (ed.), Authority. Oxford: Blackwell.

Luper-Foy, S. and Brown, C. (eds) (1994), Drugs. Morality and the law, New York: Garland Publishing.

Waldron, J. (1997), "Il legislativo in Locke", Filosojia e Questioni Pubbliche, 3, pp. 29-48.

(2)

11

otizie

di

RIVISTA DI ETICA E SCELTE PUBBLICHE

Anno XXV - ~- 95 - 2009

[!n 'etica p11bblica e11ro1,ea?

A

cura

di

En1anuela Ceva

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SCHEDARE

MONOGRAFICAMEN'

N otizie di Politeia

28 OTT 200!

2009 N. 95

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(3)

28 notizie di POLITE/A, XXV, 95. 2009. ISSN 1128-2401 pp. 28-41

Ethos europeo ed eutanasia.

Un'analisi comparata tra Italia e Torchia

MINE PlNAR G6ZEN*, ALESSANDROANTON10 PovrNo** e Au TEKIN***

lntroduzione

Negli ultimi due secoli l'approccio europeo verso la salute pubblica e individuale

e

cambiato in modo significativo. Da una questionc privata, com'era stata sino alla fine del diciannovcsimo secolo, la salute e divenuta oggetto di un diritto urnano fondamenta-le che ogni stato ha ii dovcrc di promuovere e proteggere 1•

In tale processo evolutivo

e

possibilc distinguere due fasi. Nella ptima fase, che si estende tra la meta de! diciannovesimo secolo c la seconda guetTa mondiale, la salute comincia a esscrc considerata una questionc di rilevanza politica. Si comincia infatti a riconoscere che la ricchezza di una nazione

e

correlata alla salute delta popolazionc. e perch:, le istituzioni politiche cominciano ad attribuirvi un 'importanza crcscente. La convinzione diviene un patrimonio comunc europeo, tant'

e

che nel 1851 ha luogo la prima conferenza intemazionale sulla salute, alla quale partccipano undici nazioni euro-pee, compresa la Turchia. T uttavia i vari prowcdimenti in ambito sanitario, incentrati essenzialrnente sulla salute della popolazione, sono affetti da un approccio paternalisti-co - cioe che stabilisce e impone. paternalisti-con la prcsunzione di agirc per ii bcnesserc altnii. proveddimenti etero diretti senza alcun rispetto per l'autonomia individuale2.

La seconda fase inizia dopo la seconda guerra mondialc, quando, attraverso una ridefinizione dell'idea di salute, comincia a delinearsi un nuovo ethos europeo. Tra gli anni sessanta e settanta, b'l"azie alla convergenza di diversi fattori (le rivendicazioni sul lavoro, le lotte dei movimenti "femministi", e l'apporto dei paesi socialisti nella defini-zione dei diritti umani), la salute comincia a essere pienamente riconosciuta come oggetto di un diritto umano fondamentale e gli stati si impegnano a promuoverla c difenderla3• Caratteristico di questa seconda fase

e

lo spostamento dell' accento dalla dimensione pubblica a quella individua\e, in cui diviene prevalentc uno spirito antipa-ternalistico, nel rispetto dell'autonomia dclla persona. Eventi chiave per la formazione

di tale nuovo spirito sono i processi di Norimberga ai rnedici nazionalsocialisti per i loro

• Universita di Trento.

** University of Sheffield . . . ,.. Bilkent University, Ankara.

Desideriamo ringraziarc per ii sustegno ricevuto la Comm1ssione Europc:a c. in part1colare, ii progetto di ricerca EuroEthos, finanziato nell'ambito dcl Sesto Programma Quadro. Esprimiamo inoltre un vivo ringraziamento a Emanuela Ceva, per i suoi prezios1 comn;enti. Un ultcriore ringraziamento va a Ddne

(4)

Mine Pmar Gozen. Alessandroantonio Povino e Ali Tekin 29

esperimenti inwnani contro la volonta dei pazienti.

E

possibile cosi tracciare un trend evolutivo dell'originc e della costruzione di w1 ethos europeo condiviso in ambito sani-tario, che si puo vedere confennato e positivizzato nei recenti provvcdimenti europei in materia - i quali riconoscono tanto ii valore pubblico della salute quanto ii suo valore individuale in una declinazione antipatemalistica, come una delle precondizioni per ii godimento di tutti gli altri diritti4•

Dato che rimplementazione delle disposizioni europee

e

lasciata agli stati mem-bri sembra essere rilevante, per la comprensione di tale processo di determinazione e consolidamento di un ethos europeo, una valutazione comparativa delle pratiche e dei provvedimenti nazionali. Ci

e

sembrato percio di particolare interesse studiare l'approccio di uno stato membro. l'ltalia, c di uno candidato, la Turchia, che pero ha aderito e aderisce a un gran numero di provvedimenti europei sulla salute. Ci sono inoltre parsi rilcvanti, in quanto elementi chiave della costruzione di un ethos euro-peo condiviso, la pluralita di valori chc intervengono nelle questioni biomediche e le modalita di accomodamento di ditferenti istanze etichc. Elcmento fondamcntale di suddetta pluralita

e

costituito dall'influenza di un'etica di derivazione cattolica. nel caso italiano e musulmana in quello turco.

L'eutanasia

e

stata una qucstione ampiamente dibattuta in enn·ambi gli stati, special-mente nell 'ultima decade5. Essa ci

e

sembrata cssere un candidato privilegiato per que-sto studio comparativo. in quanto mettendo alla prova i valori e le Jeggi che regolano la salute pubblica. specialmente a riguardo dcl riconoscimcnto della salute come diritto fondamentale e di attcggiamenti patemalistici in ambito medico, permette di far emer-gere atteggiamcnti etici e politici piu o meno condivisi in risposta a conflitti di valori. Attraverso ii "caso" dell'eutanasia,

c

possibile infatti identificare come gli stati abbiano tentato di trovare un bilanciamento tra ii dovere di proteggerc la vita e la dignita umana e ii rispetto per la libcrta (volonta e consenso) del cittadino.

Prenderemo in considerazionc e analizzeremo ii quadro giuridico-politico dei due paesi con un occhio di riguardo per alcune vicende individuali. A questa analisi segue la descrizione de! quadro confcssionale generale e del dibattito pubblico. Per quanto i due paesi abbiano ditferenti background religiosi, sara possibile evidenziare atteggiamenti simili nei confronti dell'eutanasia. In entrambi i casi, infatti, l'opposizione risoluta delle principali istituzioni religiose alle ditferenti rivendicazioni eutanasiche deriva p1incipal-mente dall'idea della sacralita della vita. Dall'altro lato. coloro che sostengono l'adozio-ne di alcul'adozio-ne pratiche cutanasiche si appoggiano a considerazioni morali e legali come ii diritto di rifiutare le cure e di dispon·e della propria vita e, piu in generate, il diritto all'autodeterminazione. Alla luce di tale quadro conflittuale intendiamo studiare qualc sia lo spazio per ii riconoscin1cnto legale delle rivendicazioni eutanasiche e in che rela-zione cio stia con I' ethos europeo in materia.

Con questo studio comparativo ci proponiarno di ottenere tre risultati principali. In primo luogo, intendiarno mostrare che l'accesso alla cosiddetta eutanasia passiva deriva giuridicamente dal diritto dci cittadini a consentire ai trattamenti sanitari, diritto ricono-sciuto in entrambe le nazioni. Secondo, cercheremo di offiire un resoconto critico del tipo di impatto cbe ha avuto la "questione eutanasia" sugli approcci religiosi e secolari alle questioni biomediche. lnfine, sosterremo che a fianco della comprensione culturale,

(5)

30 Ethos europeo ed eutanasia. Un'analisi comparata tra Italia c Turchia

legale e morale ii tipo e i modi di implementazione del sistema sanitario giocano un ruolo prominente nella eventuale autorizzazione di forme attive e passive di eutanasia.

A. Aspetti legali e casi studio

Questo paragrafo offre un'analisi dei casi di richieste eutanasiche e delle relative

rispo-ste istituzionali inserite nel quadro legale dei rispettivi paesi. Con tali analisi ci

propo-niamo di individuare somiglianze c differenze negli atteggiamenti istituzionali, cosi come eventuali trend evolutivi. lndividueremo cioe quegli elementi necessari per una valutazione comparativa dello stato di costruzione, evoluzione e consolidamento di un ethos europeo in materia.

J. ltalia

Rispetto alle questioni di fine vita, le risposte delle istituzioni sono state a lungo ambi-gue ed esitanti. Durante ii corso di due decenni, infatti, i tentativi de! parlamento di approvare una regolazione giuridica dei vari problemi di fine vita sono falliti. Le rispo-ste dei tribunali, hanno dapprima segnalato una mancanza di disposizioni precise, per poi stabilire nell 'ottobre del 2008, dopo un lungo e laborioso processo di chiarificazio-ne, una dottrina in linea con i dettami costituzionali - quantomeno a riguardo del pro-blema piu dibattuto, quello cioe della possibilita di rifiutare le terapie nei casi in cui tale scelta comporti la morte del soggetto ricusante.

Lasciando momentaneamente in disparte l'incerto atteggiamento complessivo, t':

invece possibile identificare una certa coerenza a riguardo dell' eutanasia attiva che sinora

e

sempre stata considerata antigiuridica e moralmente inaccettabile. Nel 1989 la sentenza della I sezione penale della Corte di Cassazione (7 aprile 1989) stabiliva che oltre a ricadere sotto la disciplina degli articoli (art.) 575 (omicidio). 579 (omicidio de! consenziente), 580 (istigazione o aiuto al suicidio) de! codice penale, l'eutanasia attiva non poteva essere riconosciuta nemmeno come circostanza attenuante (art. 62), in quan-to non aveva ancora acquisiquan-to quella sorta di considerazione positiva, da un punquan-to di vista etico e morale, che sarebbe stata necessaria per qualificare l'azione "di particolare valore morale e sociale''6. Un tale rifiuto e stato affermato anche nei pareri autorevoli, ma non vincolanti, del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB - 6/9/1991; 14/7/1995; 18/12/2003; 30/9/2005)7. Per quanto anche a livello politico la maggioranza dei parla-mentari abbia espresso siffatta posizione, bisogna segnalare come argomenti a favore dell'eutanasia attiva non abbiano mancato di trovare qualche supporto politico, conflui-to nella presentazione di alcuni disegni di legge11 •

Nonostante una cosi vasta opposizione, sinora non si e mai proceduto a un esplicito divieto per legge dell'eutanasia attiva9, in quanto si

e

considerato ii sistema giuridico adeguatamente equipaggiato a trattare tali eventuali casi10• Al fine di evitare richieste di eutanasia attiva o di suicidio assistito, in linea con ii parere de! CNB del 1995 e con ii fine di garantire i valori della protezione della vita e della dignita delle persone malate, lo stato ha iniziato a promuovere l'adozione di trattamenti specifici per i malati

(6)

Mine Pmar Gozen, Alessandroantonio Povino e Ali Tekin 31

Un quadro decisamente pili intricato e quello riguardante l'eutanasia passiva, che da un lato viene assimilata a quella attiva e percio rifiutata, mentre dall'altro lato viene ricondotta nell'ambito dell'accanimento terapeutico e del diritto a rifiutare le terapie. In accordo con il secondo comma dell'art. 32 Cost.econ le leggi n°l80/1978 (art. 1) e 833/1978. si e stabilito ii diritto dei cittadini ad accettare o rifiutare qualsiasi trattamento medico attraverso ii mezzo del consenso informato. Tale principio

e

stato indicato come strumento fondamentale contro l'accanimento terapeutico dal CNB (20/06/1992) e

adottato dai codici di deontologia medica

12•

Benche

il

riferimento al consenso

infonna-to avrebbe dovuinfonna-to essere sufficiente a risolvere la questione dell'eutanasia passiva, l'at-tuale formulazione ha lasciato dei dubbi interpretativi riguardanti i casi limite in cui a) il rifiuto di alcuni trattamenti conduce direttamente alla morte del paziente (come

per esempio nel caso dell'intcnuzione della respirazione artificiale) e

b) i casi in cui il paziente sia in uno stato di incoscienza e percio impossibilitato a dare il proprio consenso ai trattamenti mcdici.

La regolamentazione dell'eutanasia passiva in Italia ha cosi sofferto di lentezze e incertezze ancora evidcnti nei recenti dibattiti. Uno dei casi piu evidenti di tali esitazioni e quello relativo alla ratifica della Co11ve11zione di Oviedo (1997)13 - la convenzione intemazionale sui diritti e la dignita umani nell'applicazione della biologia e della medi-cina, e nella quale si esprimerebbe l 'ethos europeo in mate1ia. Benche ii 28 marzo 2001

ii parlamento italiano abbia approvato la legge di ratifica della convenzione (legge 145/2001 ), questa non puo ancora dirsi diritto vigcnte in quanto lo strumento di ratifica (la legge medesima) none stato dcpositato presso il Consiglio d'Europa. II problema principale sembra risiedere nell'art. 9 della Convenzione, che stabilisce la possibilita di dare disposizioni anticipate di trattamento, pennettendo cosi agli individui di dare indi-cazioni (vincolanti) a proposito dell'assenso o del rifiuto di terapie nel caso di mancan-za di consapevolezmancan-za.

Le ulteriori problematiche, strettamentc collegate a quella gia presa in csame della

Convenzione di Oviedo, sono evidenziate in modo paradigmatico da due dolorosi casi di vita che, grazie allo spirito civico dei soggetti coinvolti, sono divenuti anche casi legali e politici, cioe quelli di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro. Nel primo caso l'incertezza riguarda la possibilita di rifiutare terapie la cui sospensionc conduce diretta-mente alla morte. Welby, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, nel 1997 ha una crisi a seguito della qualc i medici si vedono costretti a collegarlo a un respiratorc artificiale. Benche la sua attivita di sensibilizzazione politica e culturalc si protragga a lungo,

e

solamente nel settembre del 2006 che ii caso diviene di rilievo politico e mediatico. Le risposte istituzionali confcrmano le incertczzc su denunciate. II Consiglio Superiore di Sanita, interpellato dall'allora Ministro della Salute Livia Turco, risponde che secondo

la configurazione attuale non

e

possibile ritenerc accanimcnto terapeutico la situazione

in cui versa Welby, ma richiede linee guida piu precise. Similmente ii 16 dicembre 2006

si pronuncia la prima sezione civile del Tribunale di Roma, denunciando un vuoto nella disciplina. La pronuncia dichiarava l'inammissibilita del ricorso per l'intenuzione dei trattamenti e, benche si considcrasse sussistente ii diritto all'intenuzione della ventila-zione, si ribadiva che tale diritto non fosse concretamente tutelato dall'ordinamento. In

(7)

32 Ethos europeo ed eutanasia. Un'analisi comparata tra Italia e Turchia

provvedimenti aperti nei confronti dell'anestesista, che. in conformita alle richieste di Welby, aveva attuato la sospensione del trattamcnto14•

11 secondo caso, quello di Eluana Englaro, ha messo in evidenza la problematica interpretazione delle pratiche di idratazionc e alimentazione artificiale per pazienti che accusino un'irreversibile perdita della coscienza. Non intendiamo qui ripercorrere la lunga vicenda umana e processualc15 che ha attirato un'attenzione pubblica financhc eccessiva. Ci limitiamo a evidenziare alcuni particolari di rilievo. Sin dal 200 l la com-missione istituita nel 1999 dall'allora ministro Veronesi aveva stabilito nel Rapporto Oleari16

che. secondo la comune comprensionc scientifica intcmazionale. le pratiche

di nutrizione e idratazione sono terapie e percic'>, secondo ii dettame costituzionale. sot-toponibili a rifiuto. Quattro anni dopo, ii 30 settembre del 2005, ii CNB approvava un parere controverso17 che definisce idratazione e alimentazione artificiali come cure dovute e configurabili come accanimento terapeutico solo nel caso in cui I' organismo non sia piu in grado di assimilare le sostanze somministrate. II lungo dibattito

e

sem-brato concludersi con la sentenza della I sezione della Corte civile di Cassazione di Roma (21748 del 16/10/2008)111 chc ha stabilito un'interpretazione complessiva della

risoluzione dei casi di eutanasia passiva in conformita all'ordinamento italiano e in considerazione degli orientamenti della Corte di Strasburgo e della Corte Suprema degli Stati Uniti. In tale sentenza la Corte ha stabilito come ii diritto a rifiutare le tera-pie in caso di persona capace non possa incontrare un limite nemmeno nel caso in cui questo comporti come conseguenza ii sacrificio della vita e che ii medico in tale situa-zione non possa essere considerato responsabile per omessa cura. Si

c

stabilito inoltrc che tale diritto deve essere rispettato anche quando una persona, ancorche incapacc. abbia espresso precedentemente in modo chiaro siffatta volonta19• Nei casi di stato vegetativo in cui ii trattamento oggetto di sospensiva siano idratazione e alimentazio-ne, per sospendere tali trattamenti medici, per quanto non sproporzionati, risulta neces-sario oltre alla precedente disposizione della volonta del soggetto l'accertamento del-l'irreversibilita della condizione.

In base a tali disposizioni dell'articolato documento la sentenza ha provveduto all'annullan1ento della decisione della Corte d'Appello di Milano che aveva respinto la richiesta del padre e tutore di Eluana Englaro. Tenuto conto di tale pronuncia, i consc-guenti gradi di giudizio hanno autorizzato Beppino Englaro a procedere, secondo la volonta della figlia, a rimuovere il trattamento di supporto vitale. Tale esito, sgradito a una larga parte dei membri dell'organo legislativo. ha innescato un duro conflitto istitu-zionale che si

e

"ricomposto" nella discussione di un controverso disegno di legge sullc disposizioni anticipate di trattan1ento20.

2. Turchia

Nel sistema legate turco. le qucstioni eutanasiche trovano la propria regolamentazionc nell'interazione tra differenti livclli legislativi, i quali stabiliscono l'illegalita dell'euta-nasia. Tale impostazione ha riccvuto confenna nel 2004 con la modifica del codice penale che ne stabilisce esplicitamcntc la rilevanza penalc. Bcnche, in accordo con le disposizioni europee, l'autonomia del paziente venga tutelata attraverso ii consenso informato, questa viene soverchiata nci casi limite dal dovere medico di tutelare la vita.

(8)

11 consenso del paziente

e

richiesto prima di ogni trattamento medico, cio in accordo con il Regolamento turco sui Diritti dei Pazienti ( 1998), come stipulato nella Convenzione Europea per /a protezione dei Diritti Umani e de/le Liberia Fondamentali (1953) e stabilito nella Convenzione di Oviedo (1997), delle quali la Turchia

e

parte. Sempre in accordo a tali documenti, nel caso in cui ii paziente fosse incapace di dare il proprio consenso,

e

obbligatotio ottenere ii consenso dei suoi curatori legali.

L'autonomia dcl paziente, uno dei valori fondamentali promossi dallo stato turco,

e

cosi salvaguardata attraverso il consenso in quasi tutti i casi, a eccezione di quelli in cui la vita o la salute del paziente sia in imminente pericolo. richiedendo immediato inter-vento medico. Questa condizione rinvia all'altro valore fondamentale promosso dallo stato: il primato dclla vita. Lo staff medico, lo stesso paziente o i suoi rappresentanti legali difatti non possono agire contrariamente al benessere clinico del paziente stesso. Tale indirizzo

e

stato confermato nelle risposte istituzionali seguite ai numerosi e diffe-renti casi di richieste eutanasiche.

La prima richiesta di eutanasia (attiva volonta1ia) risale al l febbraio 1995 da parte di Bahar Bilecen, rimasta paralizzata a seguito di un incidente automobilistico. Benche le autorita giudiziarie abbiano rifiutato la sua richiesta e lei sia morta "naturalmente" poco tempo dopo tale pronuncia. la sua rivendicazione di un "diritto a morire dignitosa-mentc" e stata sufficientc ad accendcre un ampio dibattito pubblico sull'eutanasia21 • La base giuridica per il respingimento di tale richiesta si rinviene nella Costituzione turca e nel codice pcnale. L'art. 17 della Costituzione riconosce ii diritto alla vitae il diritto alla protezione e allo sviluppo delle proprie condizioni materiali e spirituali, eccettuati pero i cac,i prescritti dalla legge e dalle necessita mediche. Piu concretamente nel codice pena-le, l'eutanasia

e

considerata come un modo di indurre qualcuno al suicidio, dare suppor-to alle intenzioni suicide o fomire assistenza al suicidio (art. 84/1 ). Il codice penale pre-cedente, 1926 (N. 765), cioe quello in vigore al momento della richicsta di Bilccen, trat-tava la questionc all'art. 454, ii quale stabiliva la rilevanza penale dell'assistenza o del-l'induzione al suicidio. Nel 2004, e stato adottato un nuovo codice penale (N. 5237) che include come crimine anche l'eutanasia (attiva).

L'art. 13 del codice deontologico medico stabilisce inoltre che non sia legale per un dottore fare alcunche che possa ledere le capacita fisiche o spirituali del paziente, con o senza il suo pennesso e nemmeno nel caso di un'esplicita richiesta del pazien-te. Similmenpazien-te. l'art. 13 del Regolamento dei Diritti de/ Paziente proibisce chiara-mente l'eutanasia, senza riguardo al fatto sc il richiedente sia ii paziente stesso o qualcun altro, dato che si considera ii diritto alla vita inalienabile22 . La base di tale indirizzo consiste nell'idea chc il dolore o la sofferenza siano la causa della richiesta di m011e, e percio la volonta di una persona in tali circostanze non puo essere consi-derata legalmente valida23 •

Uno dei casi di rivendicazione di cutanasia (passiva/1ifiuto delle cure) maggi01men-te conosciuti e quello dcl 1inomato chirurgo Tarilc Minkari. chc obietto su basi etiche a vivere il resto dclla sua vita collcgato a macchinari di supporto vitale, in quanto riteneva che una tale condizione avrebbc violato la sua dignita24 . Nel 2000, il Prof. Minkari (che godeva di ottima salute) ha dichiarato le proprie disposizioni in un documento scritto facendolo comprovare da un notaio c consegnandone una copia a dieci colleghi.

(9)

34 Ethos europeo ed eutanasia. Un'analisi comparata tra Italia e Turchia

Un'altra richiesta

e

stata avanzata nel dicembre 2006 da un malato di sclerosi latera-le amiotrofica, Ayhan Tak. Le basi per la sua richiesta eutanasica (attiva) erano stretta-mente legate alla sua condizione economica che rendeva difficile sostenere i trattamenti e consentire una dignitosa sopravvivenza alla propria famiglia. In virtu dell'impossibi-lita di guarire, Tak espresse il volere di avere o una vita dccente o una morte dignitosa, inoltrando una petizione all 'ufficio del Procuratore locale e richiedendo I' eutanasia2

5.

La Procura rispose dichiarando che non era autorizzata a prendere una decisionc a riguardo. Tak dichiaro allora la volonta di accelerare la propria morte. A fronte di

cio

alcuni ufficiali del govemo promisero di prendcre in carico le spcse per i fa1maci e di assistere economicamente la famiglia. Tak non ha piu ripresentato a questo punto la propria richiesta.

I casi presi in considerazione confe1mano la priorita asscgnata dalle istituzioni al principio della primarieta della vita. II dibattito turco, in virtu dei casi rivendicativi emersi, sembra essersi concentrato essenzialmcnte sulla questione dell'eutanasia attiva volontaria. Non sono emersi casi legali di richieste di eutanasia passiva. Sembra infatti che quest'ultima venga gestita in una "zona grigia", in cui prevalgono la sensibilita dci medici e le ragioni economiche e organizzative.

3. Considerazioni comparative

L'evoluzione delle tecniche mediche (di rianimazione, di supporto vitale, di trapianto di organi) hanno messo alla prova i sistemi legali, creando delle situazioni sino a pochi decenni fa impensabili. Tutti i sistemi giuridici sono stati cosi sollecitati dalla necessita di stabilire un equilibria tra il principio di autodeterminazione individuale e qucllo della protezione della vita e della dignita umana.

Benche per entrambi gli stati il diritto a rifiutare o sospendere un trattamento sanita-rio sia costituzionalmente assicurato, sulla base dell'inviolabilita della liberta e del prin-cipio del consenso, l'estensione di tale diritto scmbra essere influenzata dall'interpreta-zione attribuita al valore della vita - riconosciuto come fondamentale diritto umano. 11 problema sta nel fatto se lo stato e/o i dottori abbiano ii diritto di difendere talc valore-diritto patemalisticamente e a ogni costo.

In Italia la struttura generale degli obblighi non

c

messa in questione in sc, si richiede pero che ne venga data un'interpretazionc piu liberale, cosi chc di fronte a situazioni di fine vita, gli obblighi che proteggono l'autodeterminazione, la dignita e la qualita della vita del paziente prevalgano sugli obblighi che proteggono la vita bio-logica. In questione non

c

il diritto di ledersi, ma piuttosto il diritto a deciderc in cosa consista il proprio bene - cioe a esercitare la propria autonomia morale. Bisogna notare, infatti, come in certe circostanze (malattie degenerative o fasi terminali di patologie a prognosi infausta) la morte possa esscre conccpita come una liberazionc dalla sofferenza fisica e psichica.

Accanto al succitato problema dell'occultamento di numerosi atti di cutanasia attiva e passiva ( che rimangano nell 'ombra e vengono registrati come m01ti ordinarie )26, un problema ulteriore

e

quello delle "migrazioni sanitarie". Dal momento che, in alcuni paesi europei, come Olanda, Belgio, Svizzera, l' cutanasia attiva

e

legalmente permessa, alcuni cittadini italiani hanno deciso di migrare per poter compiere il proprio volere.

(10)

Mine Pmar Gozen, Alessandroantonio Povino e Ali Tekin 35

Tali fenomeni (evasione dalla legge c migrazioni sanitarie) possono senza difficolta essere interpretati come un processo di erosione delle istituzioni democratiche, che accentuano inoltre l'ingiustizia per cui solo i cittadini con ampie disponibilita economi-che hanno l'effettiva opportunita di realizzare le proprie volonta.

Lo stato turco piuttosto che cercare di accomodare le richieste di eutanasia, ha prefcrito dissuadcre i richiedenti, proponendo anche aiuti finanziari, per creare cosi quelle condizioni di cura mancanti. a causa del sistema sanitario non univer-salistico c del carente sistema di welfare.

E

interessante notare con Sebnern Korur Fincanci, membro della Consulta Onoraria della Camera dei Medici di Istanbul e professore all'Universita di Istanbul, che a causa dellc carenze del sistema sanita-rio Turco ii 20% dei pazienti sia andata incontro a un'eutanasia passiva. La per-centuale dei pazienti che sono lasciati morire a causa della sospensione delle tera-pie nccessarie arriva fino al 60% nei casi di cancro e nei reparti di terapia intensi-va27. La dottoressa Fincanci ha evidenziato, inoltre, come a causa dei costi consi-derevoli di certi trattamenti. i pazicnti che non hanno i necessari mezzi economici spesso interrompano i propri trattamenti e lascino l'ospedale. In tale contesto si evince che in Turchia, benche non sia chiamata con ii proprio nome, l'eutanasia passiva sia praticata piuttosto frequentemente. II significato etico-politico degli effetti delle carenze de) sistema sanitario qui evidenziate costituiranno l 'oggetto di riflessione della terza parte.

B.

Approcci de/le religioni ri.'ipetto al/'eutanasia

Per quanto sia l'ltalia sia la Turchia siano stati laici, la religione occupa un ruolo di primo piano tanto nell'articolazione delle posizioni politiche, quanto nelle dinami-che del dibattito pubblico. Le indicazioni delle istituzioni religiose rappresentano delle obbligazioni morali per i fedeli, e un'autorevole opinione da tenere in conside-razione c rispettare in ambito politico. Tuttavia la pervasivita di tali visioni morali

e

spesso anivata a influcnzare pesantemente ii processo legislativo, ponendo seri dubbi sulla condizione della laicita dellc istituzioni pubbliche2K. Per avere un quadro esaustivo de) dibattito pubblico non si puo dunque prescindere dalle posizioni delle

autorita religiose sull 'eutanasia.

In Italia, sebbene ii dibattito accadcmico abbia preso in considerazione un gran numero di punti di vista bioetici29, ii confronto politico e pubblico sull'eutanasia si

e

ossificato su una polarizzazione tra cattolici e laici, tra posizioni liberali secolari e idee religiose30. La Chiesa Cattolica ha comunicato la propria dottrina attraverso un gran numero di documenti ufficiali tra i quali la dichiarazione su/1 'eutanasia "Jura et Bona" ( 1980), ii documento del Pontificio Consiglio "Cor Unum'' intitolato

Questioni etiche relative ai ma/a ti gravi e ai morenti ( 1981 ). e I'enciclica

Evangelium Vi1ae ( 1995).

Da un lato, nel nome della sacralita della vita umana (primo cardine della posizio-ne ), tutte le forme di eutanasia sono condannate come una forma di omicidio o di suici-dio31. Allo scopo di preservare la dignita umana, l'accanimento terapeutico e

(11)

diagnosti-36 Ethos europeo ed eutanasia. Un'analisi comparata tra Italia e Turchia

co sono egualmente respinti. Dall'altro lato, per dare adeguato supporto alle persone morenti (secondo cardine della posizione), sono approvate le cure palliative, premesso che servano ad alleviare le sofferenze e non a causare la morte32• Con lo scopo di non lasciare alcuno spazio a piani inclinati verso l'eutanasia, tali principi sono stati tradotti in modo restrittivo, limitando il riconoscimento di casi di accanimento terapeutico33 • In generale vengono esclusi dall'accanimento terapeutico tutti i casi di rifiuto delle cure che comportino la morte diretta del paziente34. Benche alcuni cattolici abbiano espresso posizioni piu concilianti, il parere ufficiale della Chiesa Cattolica si sostanzia in un riso-luto rifiuto di qualsiasi pratica eutanasica.

Una posizione simile

e

sostenuta dalla comunita ebraica; tanto l 'eutanasia quanto l'accanirnento terapeutico sono rigettati, mentre le cure palliative sono permesse, stabi-lito che esse non abbiano il fine di causare la morte, bcnche poi esse possano eventual-mente condurre o accelerare la morte del soggetto35• I valdesi adottano invcce una posi-zione differente, che si

e

rivelata pili aperta e ricettiva degli approcci secolrui alla bio-medicina36. Rifiutando ii valore intrinseco della sofferenza, i valdesi sostengono che ogni essere umano abbia ii diritto di morire dignitosamente. Di conseguenza, in casi di malattia terminale in cui le terapie si rivclino inadatte a ridurre ii dolore, la decisionc finale

e

lasciata alla coscienza de! paziente. Viene qui sostenuta un'idea della sacralita della vita basata sulla separazione tra vita biologica e vita biografica: nel caso in cui le

condizioni della seconda si rivelino insopportabili, a ogni individuo dovrebbe essere concesso di porre fine alla prima, se questa

e

la sua volonta37. II riferimento a tali posi-zioni religiose "minoritarie" permette di evidenziare come il dibattito "sul fine vita" sia piu articolato di quanto ii confronto pubblico faccia credere. Tuttavia ii fragile equili-brio politico e l'acceso dibattito etico hanno avuto nel corso degli anni due 1isultati maggiori: una prolungata rimozione dell'eutanasia dall'agenda politica, e incerte rispo-ste istituzionali nonche un cambiamento linguistico e dcl dibattito. II termine eutanasia ha infatti sempre piu assunto un valore assiologico negativo, come se ogni pratica di eutanasia corrispondesse a un omicidio/suicidio. La possibilita dell'cutanasia volontaria (o del suicidio assistito)

e

scomparsa completamente dall'orizzonte del dibattito, mentre l'eutanasia passiva

e

stata derubricata come definizione c tradotta nel piu neutro e costi-tuzionalmente fondato "diritto a rifiutare le cure".

In Turchia, nel corso del lungo dibattito sull'eutanasia, ii Direttorato degli Affari Religiosi ha espresso fermamente la propria opinione in piu occasioni. 11 parere di tale ente pubblico e di particolare rilievo, in quanto istituzione statale responsabile per "l'il-luminazione delle persone su questioni legate all'Islam"3l<. II Direttorato interpreta

l'eu-tanasia come un suicidio in quanto, secondo l'Islam, ii diritto alla vitae considerato ii diritto basilare affidato agli uomini da Dio. Agli esserc umani

c

richiesto di proteggere la propria vita sin quando Dio non se la riprenda. II suicidio

e

considerato un grave pec-cato non solo perche Dio

e

l'unico che puo togliere la vita, ma anche a causa della spe-cifica credenza islamica che gli esseri umani non devono rinunciare alla fiducia in Dio di fronte alle difficolta. Tutti i problemi e le difficolta sono partc della grande prova a cui le persone sono soggette sulla terra, e per tale motivo cio che ci si aspetta da loro

e

la manifestazione di pazienza e determinazione per superare i problemi e le sofferenze mondane (Al-Bakarah 2/155, 177; Al-Haii 22/35).

(12)

Mine Pmar Gozen, Alessandroantonio Povino e Ali Tekin 37

A fronte dell'ampio dibattito pubblico sull'eutanasia, in molte occasioni i "teologi" islamici sono stati interrogati sulle questioni di fine vita. Tra queste particolare rilievo ha avuto la possibilita di sospendere i trattamenti di supp01to vitale. Tale possibilita

e

prevista, ma solo nel caso in cui siano accertate alcune condizioni fondamentali. In primo luogo

e

richiesto che ii paziente respiri o che ii cuore batta solo grazie a tali macchinari. In secondo luogo ii cervello del pazicnte non deve piu dare segni di vita. Infine i dottori devono confennarc che la condizione medica sia irreversibile39.

Un 'ulteriore questione diretta alle autorita rcligiose

e

legata al diritto al funerale secondo i costumi islamici. Per l'lslam,

ii modo in cui uno pone fine alla propria vita

e

considerato una questionc tra lui/lei e Dio. Per tale motivo, per quanta l'eutanasia sia considerata un grave peccato, a ogni Musulmano/a

e

garantita una sepoltura reli-giosa e ii giudizio finale

e

lasciato alla sola competenza di Dio40.

Nonostante l'analisi condotta riveli come per la religione cattolica e l'Islam l'euta-nasia sia un atto moralmente vi eta to, un' attenta osservazionc de Ila situazione italiana pennette di sottolineare alcuni punti di interessc. In primo luogo, la posizione dei Valdesi mostra come l' idea de Ila sacralita della vita possa avcre interpretazioni diffe-renti e che non implichi necessariamente il rifiuto di ogni forma di eutanasia. In secondo luogo, nella convinzione che le cure palliative potrebbero ridurre le richieste di eutanasia e garantire al malato maggiore dignita ncll'infennita, la Chiesa Cattolica ha deciso di avere un atteggiamento piu ape1to nei loro confronti e a schierarsi contra fonne di accanimento terapeutico. Tali elementi, cosi come I 'incessante riflessione degli intellettuali islamici, potrebbero far supporre chc le opinioni religiose in materia siano ancora in evoluzione (soprattutto per quanta riguarda la differenziazione tra morale e legge, tra dottrina teologica e coscienza individuale ). Tuttavia, va ribadito che tanto la Chiesa Cattolica in Italia, quanta il Direttorato per gli Affari Religiosi in Turchia, hanno costantemente espresso una rigida condanna morale di tutti gli atti di eutanasia, auspicando inoltre l'adozione legale di siffatto giudizio.

C Sistemi sanitari ed eg11aglianza

L'analisi sin qui condotta ha messo in evidenza come la questione dell'eutanasia sia condizionata dal dibattito morale, dai sistemi lcgali nonche, dal tipo (e dallo "stato di salute") del sistema sanitario implcmentato in una nazione - cosi come

e

parso parti-colarrncnte evidente ncl caso della Turchia (vedi A. 3).

Le differenti posizioni morali delineatesi net dibattito bioetico, mettono in evi-denza come un approccio meramente teorico alla questione rischi di trasformarsi in un conflitto ideologico con la conseguenza dell'imposizione di una morale che violi ii rispetto dovuto alle differenti comprensioni del mondo. 11 contrasto tra le teorie che hanno animato il dibattito pubblico ne

e

un fulgido esempio. A fronte della divergenza tra le teorie morali (tanto nei risultati quanta nelle strategic giu-stificatorie ), le istituzioni politiche sono quindi chiamate a trovare un compro-messo che, nella garanzia dei diritti fondamentali, sia rispettoso delle differenti posizioni.

(13)

38 Ethos europeo ed eutanasia. Un'analisi comparata tra Italia e Turchia

Per quanto conceme l'eutanasia passiva sembra essersi delineato un approccio etico largamente condiviso. Non si vede, infatti, come ci si possa discostare da quello spilito anti-paternalistico, che

e

venuto strutturandosi a seguito dei processi di Norimberga e che oggi si esprime nel diritto a rifiutare, anche in forma anticipata, qualsiasi terapia, senz.a imporre una visione morale particolare e controversa - violando cosi la liberta di coscienza e l'incoercibilita della liberta individuale, in un caso in cui va aggiunto -nessun diritto di altri

e

messo a rischio. Sembrerebbe, quindi, che il problema maggiore nel caso dell' eutanasia passiva non risieda tanto nei principi, quanto nella garanzia del-l' effettivita del diritto a rifiutare le cure, neldel-l' effettiva liberta della scelta morale.

Come evidenzia ii caso della Turchia, la previa informazione, che

e

parte essenzia-le della scelta per ii consenso o rifiuto delessenzia-le terapie, non

e

sufficiente se poi it soggetto si trova in una condizione in cui i differenti percorsi di azione non sono egualmente aperti (a causa di insufficienze economiche proprie o del sistema sanitario). Per rende-re dunque effettivamente libera la scelta morale, le istituzioni hanno il doverende-re di assi-curare che nei casi di fine vita nessuna opzione sia preclusa, assicurando che il malato possa scegliere senza condizionamenti, nel rispetto della propria dignita, solo in base alla propria coscienz.a. A tal fine sembra essere adeguato solo un sistema sanitario uni-versalistico che garantisca a tutti le migliori condizioni terapeutiche ( es. terapie

pallia-tive, cure presso hospice o domiciliari). In un differente sistema ( o in un sistema carente di cure dedicate) si rivela infatti che solo coloro che hanno le disponibilita materiali necessarie ai vari percorsi di azione abbiano l 'effettiva liberta di scegliere tra una vita o una morte dignitosa.

Nel caso dell'eutanasia attiva none invece possibile parlare di un ethos condiviso, per quanto si sia generalmente concordi ( date le esperienze durante il nazionalsociali-smo) nel porre il limite invalicabile nella volonta dell'individuo.

E

noto, infatti, come alcuni paesi europei (Olanda e Belgio) abbiano depenalizzato l'assistenza alla morte accompagnando tale provvedimento a una procedura che permetta di verificare la volonta del paziente e l' eventuale necessita di tale opzione estrema. Altri paesi (Svizzera e Germania), hanno reso possibile il solo suicidio assistito. Altri ancora (Francia, Italia, Turchia) considerano l'eutanasia attiva un crimine in base a differenti ragioni: morali e religiose (la vitae un diritto inviolabile e/o indisponibile); di deonto-logia medica (il medico in base al giuramcnto ippocratico si impegna a curare, non a procurare la morte); o pragmatiche (l'adozione dell'eutanasia potrebbe spingerci su un piano inclinato che eroderebbe progressivamente ii freno legale e morale che vieta di decidere per la vita di un altro essere umano ).

Resta da chiedersi se di fronte a casi in cui i malati non rispondono alle terapie pal-liative (perche allergici o per assuefazione al farmaco )41 , e sono cosi condannati a un'esistenza drammatica, non sia piu pericoloso per la tenuta delle istituzioni demo-cratiche e della vita civile una doppia morale, rigorista in pubblico e caritatevole nel privato (come accade per J'eutanasia passiva in Turchia), piuttosto che una comune morale minima che regolamenti pubblicamente le difficili condizioni di fine vita42• Bisagna, in altre parole, chiedersi se una oculata depenalizzazione dell'eutanasia non sia preferibile al rischio di una zona grigia in cui prevalgono le sensibilita individuali nella gestione di casi particolarmente difficili.

(14)

Mine Pmar Gozen, Alessandroantonio Povino e Ali Tekin 39

Conclusione

Lo scopo di questo lavoro era di determinare quali fossero i confini per ii trattamento dell' eutanasia nei due paesi in questione, in relazione al quadro di un ethos europeo.

Cosi facendo, siamo giunti a tre conclusioni principali. Primo, l' eutanasia passiva, ricompresa sotto ii diritto a rifiutare le cure,

e

legata al principio del consenso infor-mato in cui si radica lo spirito antipatemalistico emerso dai processi di Norimberga, come ethos basilare europeo in ambito medico. Percic'>, l' eff ettivo riconoscimento legale e pratico dovrebbe essere solamente materia di esplicitazione di un principio e di un diritto gia riconosciuto. L'ostacolo principale a tale processo sembra risiedere primariamente nell 'opposizione delle tradizioni .religiose dei due paesi, che rifiutano come moralmente erronei gli atti o le omissioni in ambito medico che conducano deliberatamente alla morte. La situazione di acceso contrasto che si

e

venuta cosi a delineare ha avuto come risultato prevalente l'incertezza e la lentezza delle risposte istituzionali.

In secondo luogo, nonostante le posizioni ufficialmente conservatrici, le mag-giori istituzioni religiose dei due paesi hanno mostrato segnali di apertura alle nuove esigenze. La Chiesa Cattolica si

e

dimostrata aperta alla diffusione delle cure palliative e, in Turchia, gli intellettuali islamici mostrano un costante impe-gno alla riflessione sulle questioni di fine vita. Su questo sfondo, l'ambiguita

isti-tuzionale sembra aver condotto a un certo numero di casi "nascosti", cosi come al fenomeno della migrazione sanitaria, chiaro sintomo di un'erosione della fiducia nelle istituzioni democratiche. Un equo compromesso sulla questione sembra per-cio sempre piu necessario.

Infine abbiamo sostenuto che per decidere della legalizzazione/depenalizzazione di forme eutanasiche non sia sufficiente tenere in considerazione i sistemi legali e cul-turali, ma che si debba prestare attenzione anche ai sistemi sanitari. Se si giungesse a una giustificazione legale e morale di certe forme eutanasiche, ii riconoscimento isti-tuzionale dovrebbe essere accompagnato da una riforma del sistema sanitario. Perche si possa considerare la possibilita di disporre di se una reale estensione di un diritto, ii riconoscimento formale deve essere accompagnato da provvedimenti che assicurino a tutti un sistema di cure che permettano ai soggetti di scegliere in piena liberta e coscienza quale sia ii proprio bene. Sembra che solo un sistema sanitario universali-stico, con specifiche cure per i malati "tenninali", possa provvedere un'eguale liberta terapeutica e morale per tutti.

Note

I http://www.actabiomedica.it/data/2004/3 _ 2004/vignali.pdf (ultimo accesso [ u.a.]: 4/04/2009).

2 http://plato.stanford.edu/entries/patemalism/ ( u.a.: 4/04/2009).

3 Si vedano La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 25) e i due Patti lntemazionali a

tutela dei diritti umani fondamentali (civili e politici, art. 7; economici, sociali e culturali, art, 12). Cf. Freeman, 2002.

(15)

40 Ethos europeo ed eutanasia. Un'analisi comparata tra Italia e Turchia

4 http://europa.eu/scadplus/leg/en/cha/cl 1579.htm (u. a.: 4/04/2009).

5 Sembra utile offrire subito alcune definizioni preliminari. Si ha eutanasia attiva: "quando la

morte

e

ii risultato di un atto inteso a procurare la morte come la somministrazione di sostanze letali''. Si ha invece eutanasia passiva: "quando la morte

e

ii risultato di una volontaria omissione come la sospensione di un trattamento". L 'accanimento terapeutico identifica un trattamento di cui

e

stata

pro-vata l'inefficacia rispetto al suo proprio scopo, quando la terapia sia rischiosa e invalidanle come net caso di ulteriori sofferenze patite dal malato (Cf. Manni, 1996, p. 321 ). Con terapie palliative s'inten-dono quelle cure mediche designate a provvedere sollievo e dignita. Esse offrono ii controllo del dolo-re e di altri sintomi cosi come supporto emotivo c spirituale. Cf. http://www.worldrtd.net/faq (u. a.:

11/03/09).

6 Corte di Cassazione Penale - sezione I, sentenza dcl 7 aprile 1989, in Rivista italia11a di medicina

/ega/e, 1992, pag. 719.

7 http://www.govemo.it/bioetica/eng/opinions.html (u. a.: 5/04/2009). 8 Bioetica, 2/2003.

9 Benche ii divieto sia comparso nel codice di dcontologia medica del 2006 all 'art. 17 e ii disegno di legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, attualmente in discussione in Parlamento. preveda una esplicita proibizione. Cf. http://portale.fnomceo.it/Jcmsfnomcco/Jsezione.jsp?lingua=

lt&idsezione=402 (u. a.: 31/03/2009).

10 Le basi di questa posizione sono state ricondottc ad alcuni articoli costituzionali e a una seric di

disposizioni legali e deontologiche chc stabilircbbero "l'indisponibilita" dclla vita come valore fon-dante del vivere associato: Costituzione: Artt. 2: 32. comma I: Codice Penale: Artt. 575. 579 e 580; Codice civile: Art. 5; Codice di deontologia medica: Art. 3. A proposito del dibattito sull'articolo del Codice Civile si veda Casonato, 2008.

11 http://www.sicp.it/ (u. a.: 3 I /03/2009).

12 Cf. artt. 16,35, 37 e 38 del Codicc del 2006.

13 http://www.coe.int/t/dg3/healthbioethic/dcfau1t_en.asp (u. a.: 30/03/2009).

14 Le medesime incertezze si sono evidenziate net caso di Giovanni Nuvoli, anch'egli affetto da sclerosi laterale amiotrofica. Cf. http://www. repubblica. it/2007 /07 /sezioni/cronaca/welby-medi-co/nuvoli-morto-di-inedia/nuvoli-morto-di-ine dia.html (u. a.: 30/03/2009).

IS http://www.altalex.com/index.php? idstr=20&idnot=42429 (u. a.: 30/03/2009).

16 http://www.zadig.it/speciali/ee/stud6.htm (u. a.: 30/03/2009).

17 http://www.govemo.it/bioetica/testi/PEG.pdf (u. a.: 15/04/2009).

IS http://www.altalex.com/index.php?idstr=20&idnot=38683 (u. a.: 15/04/2009).

19 http://www.altalex.com/index.php?idstr=20&idnot=38820 (u. a.: 15/04/2009).

20 http://www. repubb I ica. it/2009 /02/sezioni/pol i tica/testamentob io/rodota-legge-tmffa/rodota-legge -tmffa.htrnl ( u. a.: I 7/04/2009).

21 arama.hurriyet.com.tr/arsivnews.aspx?id=70134 (u. a.: 12/04/2008).

22 Regolame11/o dei Dirilli def Pazienle, 1998, Art. 13.

21 Ozcelik e Bicer, 2005, p. 46.

24 www.habervitrini.com/haber.asp?id=265 I 78 (u. a.: 05/04/2008).

25 w9.gazetevatan.corn/haberdetay.asp?detay=O&tarih=08.04.2008&Ncwsid=99425&Catcgoryid=

7_(u. a.: 05/04/2008).

26 www.ipcrteca.it/download.php?id=390 (u. a.: 7/04/2009).

27 Bade Gurleyen. Tllrk~ve Pasif Otenazi Ce1111eti; www.bizimsaglik.com/c/ho.asp?id=4229 (u. a.: 06/02/2008).

28 faitini e Povino, 2008.

29 Mordacci, 2003.

(16)

Mine Pmar Gozen, Alessandroantonio Povino e Ali Tekin 41

31 Cf. La Dichiarazione .mll 'eutanasia, http://www.paginecattoliche.it/CdF _sulleutanasia.htm (u.

a.: 06/04/2009).

12 In quanto

e

stato considerato poco saggio imporre a tutti una morale eroica. Ibidem.

33 http://www.paginecattoliche.it/CdF _ sulleutanasia.htm. Per una descrizione dell'argomento del

pendio scivoloso vedi Reichlin, 2002, p.164.

34 Si veda la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede su alimentazione e idratazio-ne. Cf. http://itv.iusseek.eu/visual.php?num=45393 (u. a.: 23/03/2009).

35 Laldi. (2003), "Eutanasia e Confessioni Religiose. Ovvero: La Fede Ammette Approcci

Diversi". www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php'?id=72962 (u. a.: 23/04/2008).

30 Si veda al sito delta Chiesa Valdese (http://'www.chiesavaldese.org/index.php): Bioetica:

ricer-ca e orielllamenti ( 1995, pp. 61-79); L 'e111a11asia e ii .micidio assistito ( 1998); Problemi etici posti dalla scie11za (2000); A Proposito di euthanasia (2002).

37 Rachels. 1986 e Tooley, 1972. 38 www.diyanet.gov.tr (u. a.: 23/04/2008)

39 hurarsiv.hurriyet.com.tr/gostcr/haber.aspx?id=8097992&yazarid=253 (u. a.: 03/03/2008). 40 sorusor .diyanet.gov. tr/fmi/xsl/fetva/y _ dokumcevap.xs l'?-db=F etva VT &-lay=wfkweb&-recid=952&-find= (u. a.: 01/04/2008).

41

http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/casi-eutanasia/casi-eutanasia/casi-eutana-sia.html (u. a.: 03/03/2009).

42 Reichlin. 2002.

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